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Tag Archives: starmonio

Segnalo con enorme piacere e divertito stupore la pagina web http://www.vocidipiante.it/.

A quanto pare, con risultati stupendi, la musicolga Laura Silingardi e il programmatore informatico Tiziano Franceschi sono riusciti a farci sentire la voce della piante, la musica del mondo vegetale. Grazie a un convertitore di impulsi.

Si possono così “ascoltare” e “sentire” le voci di alocasia, betulla, ciclamino, dracena, edera, felce, ficus, gelso, ginko biloba, lavanda, magnolia, noce del caucaso, noce, oleandro, olmo, philofendro, vari tii di rosa, sambuco, sorbo, sphatipillum, stella di natale, tageto, tiglio, ulivo, achillea, assenzio, belladonna, calendula, cicuta,  echinacea purpurea, elicriso, erba stregona, iperico, issopo, malva, starmonio, verbena. Consiglio l’ascolto.  

Interessante l’analisi musicologica espressa nel sito: “Volendo tentare un’analisi musicale del modo di esprimersi in suoni delle piante, si è giunti alla conclusione che esse utilizzano scale arcaiche. Tali scale si rifanno alla modalità greca antica e sono formate da una successione di 4 suoni discendenti (tetracordi) compresi nell’intervallo di una “quarta giusta”. E’ dall’unione di più tetracordi  che nascono le armonie musicali composte dalle piante.

Secondo i teorici greci le melodie composte su ciascuna di queste armonie sono contraddistinte da un carattere particolare, con effetti propri dell’armonia stessa sulla volontà e sulla psiche umana. Per  capire ciò che le piante vogliono comunicare a chi le ascolta occorre quindi porsi in un particolare stato emotivo“.

Alttrettanto stimolante è l’analis tecnica: “L’apparecchio per la Musica delle Piante consiste in un sistema di rilevazione del movimento linfatico foglia – radice, misurata attraverso un particolare tipo di rilevatore dotato di due sensori posti alle radici e sulle foglie della pianta collegata. Tale apparecchio registra la resistenza elettrica dei tessuti della pianta dovuta alla variazione della densità cellulare della linfa stessa. Le variazioni di resistenza elettrica, vengono poi convertite in segnali digitali, cioè in  note musicali secondo lo standard MIDI ed inviati ad un sequencer (banca dati di timbri musicali). L’apparecchiatura di rilevazione dispone di filtri per limitare le interferenze elettromagnetiche ed estrarre in modo “pulito” le variazioni rilevate sulla pianta.

Come tutti gli organismi viventi, le piante subiscono variazioni di resistenza elettrica dovute a vari fattori: fisici e sottili, tra cui importantissimi stati fisiologici ed “emozionali”. Le piante sono delle grandi antenne, dei ricettori sensibilissimi, esse captano dall’ambiente moltissime variazioni energetiche fisiche (campi elettromagnetici statici e variabili, ecc) e “sottili”. Tra queste ultime, molto importanti nella relazione con questi organismi, sono le interazioni con i campi energetici delle persone stesse.

Il risultato finale consiste nel poter udire ciò che normalmente non siamo in grado di vedere né tanto meno di percepire: il movimento vitale di una pianta, le sue reazioni, il suo campo energetico“.

Non so dire quanto possa essere presente e profondo il legame tra la “voce delle piante” e la nostra psiche. Intuitivamente sono portato a pensare che c’è, è bello e gratificante. Di sicuro noi percepiamo molto più di quanto pensiamo di percepire e – soprattutto – noi siamo in rrelazione con l’alterità del mondo vivente molto più di quanto immaginiamo.

Ringrazio perciò le formidabili affermazioni di Laura Silingardi e di Tiziano Franceschi. I risultati della loro ricerca sono affascinanti e godibilissimi, comunque la si possa pensare. E già questo è bellissimo.