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Tag Archives: femminilità

Potere di seduzione

 

Il potere di seduzione di una donna raggiunge la sua massima espressione quando, come direbbero le fiabe, “la bella figlia del re” è contesa da molti baldi cavalieri e conquistata dal più forte di loro, quello che supera tutte le prove e, unico, sconfigge e uccide il terribile drago. Non tragga in inganno l’uso del verbo in forma passiva (“essere contesa”, “essere conquistata”); in realtà a muovere la contesa e la conquista dei cavalieri è proprio l’azione del potere di seduzione di quella donna, tanto più potente quanto più forti, virili, determinati, coraggiosi e, a loro volta, potenti sono i cavalieri pro-vocati (cioè chiamati, interpellati) dal suo potere di seduzione. Solo una donna straordinariamente seduttiva può spingere il maschio a crescere a tale punto da riuscire a vincere tutte le prove, superando tutti i rischi che il superamento di queste prove comporta. La più difficile di esse è proprio la “uccisione del drago”, che – in ottica psicologica – significa il superamento della più profonda e radicale paura di un uomo, quella che si vince soltanto grazie alla capacità di mettersi totalmente in gioco, di rischiare tutto, di lasciare ogni sicurezza e ogni vecchia identità pur di potere conquistare la bella principessa. Non tutti gli uomini sanno mettersi in gioco totalmente, tutto lasciando e a tutto rinunciando per una donna. Né tutte le donne sanno correre il rischio totale della solitudine pur di aspettare l’uomo che, pur di conquistare la propria donna sappia, vinte tutte le prove, uccidere il drago. Se non è radicato nella logica del “tutto o niente” l’amore tra uomo e donna e, in esso, il potere seduttivo della donna sono ben poca cosa, realtà destinata a infrangersi di fronte alla prima vera difficoltà, evento incapace di dare vera e nuova identità ai due innamorati. Solo nella logica del “tutto o niente” trova la sua forte culla il Noi di coppia, che dà senso e identità nuovi e veri all’Io e al Tu.

Se si accontenta di sedurre uomini che per lei non si mettano in gioco totalmente e non siano disposti a lasciare tutto e, come direbbe la Bibbia, ad “abbandonare il padre e la madre”, cioè ad “abbandonare” ”(e “abbandonare” è ancora più forte di “lasciare”) le vecchie identità, i vecchi confini e i vecchi progetti di figlio, la donna non gusterà mai fino in fondo il proprio potere femminile, né toccherà mai gli estremi e più ampi confini della femminilità. Sarà una donnetta comunque insoddisfatta, dibattuta da un lato tra ansie e frenesie senza storia e dall’altro tra inerzie e solitudini senza nome. Né conoscerà il vero piacere, quello di lasciarsi andare affidandosi – unica tra le donne – all’abbraccio dell’uomo, che – unico tra gli uomini – ha saputo conquistarla.

Di certo non è Giulietta a dovere scendere dal balcone. Tocca a Romeo salirvi. Quando la donna per scarsa autostima o per timore che nessuno salga a lei, si mette lei a inseguire e a conquistare, si attiva una pericolosa inversione di ruoli, che per forza di cose porterà la donna a incontrare uomini fragili e infantili o “prime donne” che ben poca empatia avranno per lei e che, prima o poi, metteranno lei in competizione con altre donne. L’inversione di ruoli non ha limiti.