Questa rubrica tratta problemi psicologici inerenti la scuola. Qua e là in altre rubriche ci sono post che potrebbero figurare qui. A essi rinvio (vedi per esempio nella rubrica “Adolescenza” i post riguardati il bullismo).
- A proposito di scuola
- A scuola, attenti agli allievi troppo bravi!
- Asilo nido sì, asilo nido no?
- «Scuola» deriva dal greco scholé
- Correggere i compiti con segni rossi e blu
- Il ragazzo e la scuola
- Inizio dell’anno scolastico: “a che scuola sei portato quest’anno?”
- Mileto: bambino disabile picchiato dalle maestre. Lettera del mio amico spastico al piccolo Domenico.
- Nelle aule scolastiche crocefisso sì o crocefisso no?
2 Comments
Che ci posso fare! è la mia terragna destinazione preferita che suggerisco caldamente a molti se-dicenti insegnanti : a cavar patate!
Quanti benefici per la scuola e l’agricoltura!
Si levassero- anzi non ci si mettessero proprio- da quest’impresa meravigliosa che è l’insegnamento coloro che non ne sono portati
Coloro che per la loro incapacità, accidia e mancanza di empatia metterebbero a tutti il codice a barre.
Coloro che di fronte a studenti “problematici” non si sentono ancora più in gioco e stimolati.
Coloro che non comprendono la fortuna di interagire con il mondo meraviglioso dell’infanzia e della gioventù. La fortuna, ancora prima di dare, di ricevere energia, entusiasmo,innocenza.
Coloro che non si rendono conto del privilegio di attingere a questo grande serbatoio dei nostri migliori sogni da non
tradire e da ri-trasmettere nel nostro mondo adulto.
Una volta “riconvertiti” costoro a mansioni più idonee alle loro inclinazioni la rivalorizzazione dell’insegnamento sarebbe un processo naturale in mano a veri educatori.
Concordo quasi su tutto.
Un ulteriore elemento da prendere in considerazione, a mio avviso, è il metodo di valutazione che viene adottato in Italia sia alle scuole superiori che all’università.
In particolare il voto viene determinato “a scalare”; si parte dal voto massimo e per ogni errore/imprecisione viene detratto un tot. In sostanza, quanto scrivo è particolarmente evidente all’università negli esami orali, l’interrogazione ovvero la correzione si trasforma in una “caccia” all’errore e non in una operazione diretta a valutare quanto il candidato ha effettivamente appreso della materia in esame. Questo aspetto mi è sempre apparso come perverso e assolutamente contrario a quello che dovrebbe essere lo spirito di una verifica della conoscenza.
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