c’è un artista strano
sulla strada che va da san Babila
al Duomo di Milano
una palla incanta a colpetti di testa
e con i tocchi saggi di quelle due stampelle
che lo tengono su
appoggiato alle ascelle
lancia la palla alle stelle
la riprende
l’accarezza d’abile tenerezza
la bacia perfino
con tocco sopraffino
mai la palla cade per terra
abile sempre in alto la ributta
tutta la sequenza infinita ripete
con l’arte di chi vince la fame e la sete
anche la gente passa e ripassa
come una palla gettata e rigettata
stanca assurda imbelle
senza il tocco leggero
di quelle due stampelle
2 Comments
grazie, Mario, della confermante testimonianza.
Quando lavoravo a Milano, nei pressi del Duomo, ( ormai l’ultimo giorno risale a sei anni fa!), mi soffermavo anch’io ad osservare l’abilità dello strano, giovane artista descritto poeticamente nella sua leggerezza … caparbia e paziente,
” con l’arte di chi vince la fame e la sete”.
Ricordo che allora, correndo alla Metro, in San Babila, spesso gli passavo accanto riflettendo sulle sue capacità di umiliare la gravità, con palla e stampella.